Da oltre 3 mesi non vedevamo una goccia di pioggia cadere nell'area vitivinicola di Morro d'Alba, tanto che le prime gocce di questa mattina mi hanno strappato un sorriso, pur obbligandoci ad una pausa forzata dalle attività di vendemmia.
Mentre guardavo la terra bagnarsi, finalmente, ripensavo all'incredibile andamento climatico di questa stagione: dalle gelate tardive di fine Aprile, alle violente grandinate di mezza estate fino a questa vendemmia straordinariamente anticipata nei tempi. Quando andavamo a vendemmiare dai miei nonni non era neppure pensabile raccogliere Verdicchio prima della fine di settembre, la vendemmia era una faccenda autunnale, non certo agostana, nella metà degli anni ottanta. Di fronte a questi cambiamenti mi rendo conto di come il nostro lavoro sarà sempre più difficile e imprevedibile in futuro, mi chiedo come dovremo e potremo adattarci a queste nuove condizioni e soprattutto mi accorgo di come il nostro ruolo qui, nel cuore delle Marche, stia cambiando: negli settanta ci hanno insegnato ad ottimizzare i processi produttivi con lo scopo di massimizzare le rese, oggi dobbiamo interpretare il nostro lavoro in modo nuovo, non produttori di uva ma custodi di queste terre. La produzione diviene un mezzo, un modo per salvaguardare l'equilibrio e la ricchezza biologica di questi luoghi.
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AutoreStefano Balducci. Titolare dell'azienda, si occupa principalmente della produzione e della rete commerciale estera. Archivi
Settembre 2021
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